L’invito del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi sembra essere stato accolto dagli istituti di tutta Italia.
Subito dopo la tragica notizia della situazione in Ucraina, il ministro ha invitato e chiesto a tutte le scuole di riflettere sulla guerra, partendo dall’articolo 11 della Costituzione Italiana, che verte proprio sul ripudio dei conflitti armati.
L’invito non si è fatto attendere: secondo un sondaggio effettuato il mese scorso su un campione di 2.000 alunni di scuole medie inferiori e superiori oltre 8 su 10 nelle ultime settimane hanno affrontato l’argomento in classe. Risulta inoltre che per circa il 40% degli studenti intervistati si è trattato di un’attività quotidiana, ed un altro 11% avrebbe voluto affrontare il tema ma la scuola non ha dato questa possibilità. Solamente il 7% di tutto gli studenti è rimasto totalmente estraneo a ciò che sta accadendo.
Il confronto in classe, ma non solo
Il tema del conflitto ucraino nelle classi d’Italia è stato affrontato in maniera trasversale: in oltre la metà dei casi (57%) più di un docente ha innescato la discussione durante le proprie lezioni, e c’è anche chi ha dedicato un momento specifico allo spinoso dibattito: 1 istituto su 10 dice di aver organizzato un’assemblea – di classe o di istituto – ad hoc sul tema.
Come era prevedibile, però, l’approfondimento della guerra in Ucraina non è stato esclusivo per le aule scolastiche: tutti quelli che hanno affrontato la questione a scuola, ha proseguito il confronto anche fuori.
La maggior parte (41%) ha ri-affrontato l’argomento soprattutto in famiglia, molti altri (39%) sia con adulti che con coetanei, altri ancora (16%) solamente con amici o compagni di classe. Lo stesso hanno fatto tutti coloro che a scuola non hanno potuto dire la loro perché non gli è stata fornita l’occasione: c’è chi ha voluto confrontarsi sia con persone più grandi che con altri ragazzi (circa il 43%), mentre il 31% si è accontentato di una discussione in famiglia e il 21% di un dibattito tra coetanei.
La stragrande maggior parte degli studenti comunque non si è voluta limitare a momenti di discussione collettiva, ma al contrario si sono dedicati anche ad un approfondimento individuale grazie all’utilizzo dei canali d’informazione tradizionali: sono stati utilizzati soprattutto telegiornali, giornali, siti web dei quotidiani, ma anche i social network.
Il commento del Ministro
“La scuola italiana è fondata sulla nostra Costituzione e alla base della nostra Costituzione c’è la pace, che è un valore irrinunciabile”, ha dichiarato il Ministro. “Le nostre scuole da sempre mettono al centro del percorso educativo questi temi e, responsabilmente, educano le nostre ragazze e i nostri ragazzi ad una cittadinanza consapevole e al rifiuto della guerra. Sia la Pace il tema della nostra riflessione comune e del nostro ‘essere scuola’ insieme”.